La mostra virtuale che ci insegna il ruolo delle finestre in Giappone (e non solo)

Oggetti che ci separano dall’esterno permettendoci di guardare fuori e, al tempo stesso, di dare luce agli ambienti della nostra casa, siamo abituati a considerare le finestre solo dal punto di vista puramente utilitaristico, eppure il loro ruolo culturale è innegabile e una mostra giapponese ci spiega perché.

Intitolata “Windowology – New Architectural Views from Japan”, questa mostra itinerante parte dal Giappone per parlarci di come le finestre rappresentino, in realtà, un aspetto culturale da non trascurare del Paese del Sol Levante (ma non solo), tanto che a Tokyo è stato istituito un centro di ricerca dedicato ad esse (il Window Research Institute), promotore proprio della mostra.

Una versione più internazionale di Windowology è stata visitabile fino ai primi mesi del 2021 presso la Japan House di Los Angeles dopo essere stata ripensata per adattarsi ai gusti, alle curiosità e alle domande di un pubblico più globalizzato. Al suo interno è raccolta un’ampia gamma di contributi che non si limitano ai modelli architettonici, alle fotografie e ai bozzetti, ma che comprendono anche anime, film, libri e persino installazioni e vere e proprie performance.

Fortunatamente, “Windowology” è ancora disponibile in versione digitale, così da permettere la fruizione ovunque ci troviamo e superare le chiusure e i limiti che l’epidemia di Covid 19 ha imposto a musei e istituzioni culturali di tutto il mondo.

Suddivisa in dieci sezioni che ci mostrano come le finestre abbiano influenzato altrettanti ambiti della società giapponese, la mostra è visitabile con la modalità VR (realtà virtuale) per farci conoscere la storia dell’artigianato giapponese di questo elemento architettonico, dimostrandoci come abbia rappresentato uno strumento di controllo ambientale e il trait d’union tra gli spazi dentro e fuori l’abitazione.

“Windowology” ha preso in considerazione le finestre anche in ambiti meno analizzati come, ad esempio, i manga tra cui alcuni prodotti pubblicati a partire dagli anni Settanta in avanti come Tochikame: Tokyo Beat Cops e il popolarissimo Doraemon, all’interno del quale ci sono ben 2.296 vignette che contengono le finestre della famiglia Nobi e che Nobita utilizza spesso in modo attivo per uscire tramite il copter, l’elica di bambù che posta sulla sua testa gli permette di volare.

Per ulteriori informazioni e per visitare (almeno virtualmente) la mostra: https://www.japanhousela.com/exhibitions/windowology/