Muralla rosa e Xanadu: i complessi residenziali di Ricardo Bofill che sfidano l’immaginazione

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Il catalano Ricardo Bofill è stato un architetto sorprendente oltre a una delle menti del collettivo chiamato Taller de Arquitectura, che al suo interno riuniva anche ingegneri, sociologi, artisti e intellettuali per generare idee rivoluzionarie non solo nel campo del design, ma soprattutto in quelli sociali e politici.

Tra le sue opere più conosciute c’è sicuramente la singolare Muralla Roja situata a Calpe e costruita nel 1973 con chiara ispirazione all’architettura tipica dei paesi dell’area mediterranea come le torri di mattoni e le kasbah del nord Africa. A decretarne una volta per tutte il successo è stata la serie coreana Squid Game che all’edificio post-moderno di Bofill sembra essersi ispirata nella forma e nel colore delle iconiche scale salite dai concorrenti dei suoi giochi mortali.

La Muralla Roja è costruita lungo una pianta geometrica che si basa sulla croce greca (ci sono 13 di queste figure al suo interno) con una configurazione dell’edificio formata da patii connessi tra di loro che permettono l’accesso alle singole abitazioni e che nascono come spazi pensati per stimolare la convivenza e il contatto con l’ambiente esterno (rimanendo al tempo stesso al riparo da occhi indiscreti dietro a mura degne di una cittadella fortificata).

Al suo interno sono presenti negozi, una sauna e un ristorante, mentre le terrazze sul tetto ospitano una zona con piscina e solarium a uso esclusivo dei residenti dei suoi cinquanta appartamenti. Il complesso si basa su cinque piante connesse che un utilizzo sapiente delle sfumature di colore fa sembrare ancora più spazioso.

Sono proprio le tinte che virano dal rosa al rosso e che si mescolano agli azzurri a presentare un contrasto con il paesaggio naturale circostante che rendono questo singolare complesso di abitazioni una vera e propria icona senza tempo dell’architettura.

Xanadu e l’evoluzione del castello

Sempre a Calpe si trova un altro lavoro iconico di Bofill: il complesso formato da 17 appartamenti e conosciuto come Xanadu che fa parte del resort La Manzanera a cui appartiene anche la Muralla Roja. In questo caso il colore dominante è il verde scuro e l’edificio è costruito con una sovrapposizione di cubi raggruppati attorno all’asse verticale della scala che li sostiene, ispirandosi nella forma al Penyal d’Ifac, la rocca che si trova di fronte.

Il complesso comprende una serie di terrazze interne ombreggiate per sfuggire al caldo delle giornate estive e tetti iperbolici per una forma più organica e una migliore vista sul paesaggio.

Il nome Xanadu deriva da Shangdu, l’antica città cinese descritta da Marco Polo e raccontata nel poema  Kubla Khan da Coleridge come simbolo di mistero e opulenza (ed è anche il nome della villa del magnate protagonista del film Quarto Potere di Orson Wells), un concetto che Bofill ha utilizzato per rivisitare l’architettura mediterranea.