Quanta energia consuma una casa?

Negli ultimi 10-15anni è diventato sempre più comune cercare di adeguare le vecchie abitazioni ai criteri di risparmio energetico e costruire quelle nuove inserendo tale requisito nella progettazione iniziale.
Purtroppo, allo stato attuale sono ancora davvero tanti gli edifici non ristrutturati o, magari, con sistemi non del tutto rispondenti alle necessità legate al risparmio energetico. Questa carenza fa sì che i problemi legati al surriscaldamento dell’atmosfera ed allo smog siano ancora molto rilevanti. Soltanto adeguando pian piano tutto il patrimonio immobiliare alle esigenze ambientali, sarà possibile contribuire in modo sostanziale alla bonifica dell’aria che respiriamo e ad un più equo rapporto con le risorse naturali.

Cosa significa che una casa consuma energia

Sentiamo spesso parlare della problematica del consumo energetico delle abitazioni ma forse non per tutti è chiaro perché e come una casa diviene un soggetto che consuma energia.
Per far funzionare i propri impianti, ogni abitazione utilizza varie forme di energia: in linea di massima si tratta di elettricità per attivare l’impianto, appunto, elettrico, e l’acqua calda e di gas (metano nelle città, oppure GPS o altro per l’impianto di riscaldamento ed i fuochi in cucina. Sia l’elettricità che il gas, naturalmente, vengono consumati in quantità tanto maggiore quanto minore è la coscienza civica ed ambientale di chi li utilizza.
Ricordiamoci che gli elettrodomestici, che pure possediamo in gran quantità sono responsabili di una piccola parte del consumo energetico casalingo; la maggiore parte, che si aggira intorno al 65%, è legata al condizionamento termico, sia invernale che estivo.

Come fare, dunque, per risparmiare?

La prima, fondamentale iniziativa è quella di assicurarci che tutti i punti da cui può verificarsi dispersione di calore e di energia siano isolati. Quali sono questi punti “deboli” della casa? In primo piano, certamente, gli infissi. Se una finestra o una porta non sono realizzati con materiali adeguati (PVC o legno sono, a nostro avviso, i migliori), sarà fisiologica una sistematica dispersione del calore verso l’esterno in inverno e del fresco verso l’esterno in estate. Oggi in commercio esistono infissi dalla tenuta praticamente perfetta, che consentono un risparmio energetico che diviene sempre più evidente con il passare del tempo. Altra zona di cui dobbiamo verificare l’isolamento è il tetto che, se non ben coibentato, disperde molto del calore prodotto dal riscaldamento invernale ed, in estate, consente l’ingresso del calore solare, soprattutto se la casa vi è esposta nelle ore centrali della giornata.
Il terzo elemento da tenere sotto controllo sono le pareti esterne poiché anche da esse può generarsi una dispersione di calore. Per ovviare a tale problema, sempre più spesso ingegneri, architetti e tecnici ricorrono a cappotti termici che vengono attaccati alla parte esterna dei muri e che ne costituiscono, appunto, una copertura isolante.
Qualunque miglioramento decidiamo di mettere in atto per la nostra abitazione, ricordiamoci sempre che è indispensabile farlo realizzare da tecnici professionisti poiché un intervento non perfetto può portare a danni ancora peggiori. Un cappotto termico, per esempio, richiede precisione assoluta su tutta la superficie poiché piccole zone non ben isolate possono creare angoli davvero molto freddi nella casa. Le strutture miste portano proprio a questo tipo di problematiche, che richiedono risorse importanti per poter essere risolte. Ecco perché è preferibile affidarsi a professionisti che sappiano analizzare tutta la struttura e proporre le soluzioni ad essa più adeguate.