Da un raffronto tra le diverse tipologie di serramenti, con particolare riguardo al materiale utilizzato per la loro produzione, emergono con evidenza tutta una serie di caratteristiche a favore del PVC che si qualifica come un materiale estremamente funzionale, di elevata valenza estetica e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Tuttavia il PVC è ancora vittima di un vecchio pregiudizio che ritiene dannoso per l’ambiente e per la salute umana questo polimero. Secondo questa credenza, di cui vogliamo adesso valutare la fondatezza, i serramenti in PVC sarebbero cancerogeni. Vediamo di capire perché si tratta di un falso mito.
Il PVC non è pericoloso
Il polivinilcloruro o cloruro di polivinile, comunemente denominato PVC, è un polimero con il quale è possibile realizzare la tipologia di plastica in assoluto0 più diffusa al mondo.
Questo polimero è classificato come NON pericoloso dalle normative vigenti in merito alla certificazione dei materiali che, a vario titolo, hanno contatto con l’uomo e con l’ambiente.
Il termine PVC però, è impropriamente utilizzato per indicare non solo il semplice polimero, bensì una miscela ottenuta da questo in aggiunta a sostanze ed additivi che hanno lo scopo di migliorarne le prestazioni in funzione degli usi cui è destinato.
In base alle diverse applicazioni, infatti, al PVC si miscelano diversi additivi tra i quali gli agenti stabilizzati per ridurne il deterioramento, i plastificanti per ottenere un prodotto elastico e flessibile, i lubrificanti per agevolarne la lavorazione e i pigmenti per conferirgli il colore adeguato all’uso.
In particolare, poiché il PVC risulta estremamente rigido, si è soliti aggiungervi del plastificante per conferirgli flessibilità e duttilità. Tra questi ci sono gli ftalati, degli agenti di natura chimica che vengono comunemente miscelati col polimero per renderlo modellabile anche a basse temperature.
Circa la pericolosità degli ftalati, numerose ricerche avviate fin dal 2003 hanno paventato degli effetti nocivi di queste sostanze sulla salute umana, sebbene anche in questo caso occorra distinguere tra i diversi tipi di ftalati, in base al peso molecolare che possiedono. Gli ftalati con peso molecolare inferiore sono presunti responsabili di interazioni con gli organismi viventi, sebbene gli studi siano ancora in corso.
Il PVC morbido, ottenuto da queste miscele, si definisce PVC-P mentre le miscele prive di plastificanti e, di conseguenza, di qualsiasi tipo di ftalati, utilizzate per la produzione di manufatti per i quali la morbidezza non è condizione essenziale, costituiscono il PVC-U.
Gli infissi in PVC non sono cancerogeni
I serramenti, con tutta evidenza e per ovvie ragioni, sono realizzati in PVC-U e, pertanto, risultano privi di qualsiasi agente e di qualsiasi tipo di ftalato potenzialmente pericoloso.
L’innocuità del PVC utilizzato per realizzare serramenti è regolarmente certificata da diversi enti appositi che operano seguendo metodologie severe e rigorose, oltre che riconosciute a livello europeo.
Ma non solo. In Europa esiste il Regolamento REACH, entrato in vigore nel nostro Paese nel maggio 2018, che prevede l’iscrizione in un apposito registro, la valutazione e l’eventuale restrizione delle sostanze chimiche utilizzate a livello industriale. Tale importantissimo Regolamento mira a ridurre l’impatto delle attività antropiche sugli ecosistemi e sulla salute umana anche riducendo, o eliminando del tutto, il ricorso a prodotti potenzialmente dannosi.
Il REACH obbliga i produttori al rispetto di rigide prescrizioni nell’uso delle sostanze iscritte nel registro, e il fatto che in elenco compaia il PVC significa che la produzione delle miscele ottenute con tale polimero, in Europa, deve rispettare le regole di sicurezza imposte. L’ammissione del PVC nel registro REACH, quindi, garantisce i consumatori circa l’assoluta sicurezza ed innocuità dei prodotti realizzati con tali miscele, inclusi i serramenti.
Il PVC rispetta l’ambiente
Recenti studi dell’associazione europea che riunisce i produttori di materiali plastici, la Plastic Europe, hanno evidenziato come il PVC si qualifichi come il prodotto col miglior rapporto tra costi e benefici rispetto ai materiali come il metallo ed il legno, soprattutto nell’utilizzo in edilizia, per la produzione di serramenti, tubazioni e pavimentazioni.
Tra i benefici, sono stati inclusi, oltre alle note qualità performanti del materiale plastico in esame, anche il suo rapporto con le tematiche ambientali, che ne fa un materiale ecologico e di ridotto impatto.
È stato verificato, infatti, che il PVC rispetta l’ecosistema in ogni fase del suo ciclo di vita, a cominciare dalla produzione, per la quale è richiesto un consumo inferiore di energie e risorse, a fronte di ridotte emissioni di gas serra. L’elevata durata dei prodotti in PVC e la possibilità di recuperarne gli scarti, inoltre, sono altre caratteristiche che ne rende l’uso meno impattante una volta giunti a fine vita, quando si pone il problema del riciclo e dello smaltimento.
Perché il PVC è considerato pericoloso per la salute
Il mito della pericolosità dei serramenti in PVC ha probabilmente avuto origine negli anni Settanta, quando la produzione industriale utilizzava sostanze additivanti più impattanti, come il cadmio e, successivamente, il piombo.
Tali sostanze sono poi state interamente sostituite ed oggi, vista anche la regolamentazione della materia, sarebbe improponibile un utilizzo di sostanze anche solo potenzialmente pericolose nella produzione di elementi in PVC. Di sicuro continuare ad alimentare questa voce è tornato utile ai cosiddetti competitor, cioè ai produttori di serramenti in legno o in metallo, che hanno cercato, con ogni mezzo, di fermare l’ascesa di un materiale che, per prestazioni e versatilità, si sta prepotentemente imponendo sul mercato.